mercoledì 20 gennaio 2010

Le Origini


La storia dell’olio di oliva è antica come quella dell’uomo: si sono trovati resti di nocciolo di oliva carbonizzati negli strati del Paleolitico superiore (ca. 45.000 a.C.) nelle montagne del Negev (Israele).
A partire dal quarto millennio a.C., l’olio di oliva si diffonde in tutto il bacino del Mediterraneo diventando, col tempo, un simbolo culturale delle popolazioni insediate nell’area.
Nel corso dei millenni, le virtù benefiche dell’olio vengono scoperte empiricamente e l’ulivo, grazie a questo riconoscimento, entra a far parte anche della sfera del sacro: è l’albero che Atena offre agli Ellenici e che Minerva dona ai Romani.
La Bibbia testimonia la naturalità dell’impiego dell’olio d’oliva per l’alimentazione, la dermocosmesi e anche per l’utilizzo terapeutico. I trattati di medicina, da Ippocrate a Plinio il Vecchio e alla Scuola Salernitana, ne esaltano le proprietà calmanti, immuno-stimolanti e digestive.

L’olio viene considerato dalle popolazioni mediterranee un fedele alleato per il benessere perché:
- è un alimento facilmente trasportabile e conservabile che mantiene caratteristiche organolettiche nutrizionali costanti (numerosi sono ancora oggi i ritrovamenti sui fondali marini di anfore e orci risalenti all’epoca romana);
- utilizzato in alternativa ai grassi animali contribuisce al miglioramento della qualità dell’alimentazione;
- il suo apporto di gusto favorisce un più alto consumo di verdure e legumi, garantendo un miglior equilibrio dietetico;
- viene utilizzato con effetti positivi anche per soddisfare esigenze non strettamente alimentari: per la dermocosmesi (come base per la creazione di prodotti cosmetici), in ambito religioso (gli Ebrei lo adoperavano per "ungere" il loro Re, i Cristiani da sempre lo impiegano nei riti più significativi), per l’illuminazione (come combustibile nelle lampade votive, da questo utilizzo specifico ha origine il termine “lampante”).

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